30/05/13

Vintage Rewind

Ogni buon  automobilista dovrebbe saper intervenire su di un guasto meccanico al proprio motore, che sia esso causato da scarsa  manutenzione, senescenza del veicolo o veri e propri difetti di guida. 
In tutti i casi è possibile come i più pigri ricorrere alla mercé di quella che chiamano autofficina di fiducia, affidandosi ciecamente ai suoi interventi, anche laddove non occorrono, altri invece intervengono in prima persona, procedendo a tentoni, modificando, cambiando e reperendo parti di ricambio secondo cui il processo si interrompe, lavora male o ne migliora perfino le prestazioni. 
Per quanto può sembrare dispendioso questa pratica è anche la più economica confrontata a quanto ci si ritroverebbe a pagare a chi si professa meccanico a tempo pieno.

Ma perché mai ci devo mettere le mani io, se non ne capisco niente?




Un'autovettura, quanto uno strumento musicale, è uno di quei beni materiali  legati strettamente alla persona, basti considerare il tempo che vi trascorriamo in loro compagnia o per mezzo di essi, rapportato all'arco di un'intera giornata, dalle 2 alle 6 ore circa giornaliere, davvero considerevole, da scellerati non prendersene cura.  
Tanti non cambiano nemmeno una sola ruota forata, ma questo è un loro problema, mica il nostro, non trovate?

Io ancor prima del conseguimento della maggiore età, e quindi della mia patente di guida avevo bern altri mezzi   con cui muovermi, i più economici di questo mondo, i miei piedi, quindi non avevo di questi problemi, ma c'erano i miei strumenti musicali, che per quanto possano essere stati mediocri e/o di alta liuteria bisognavano spesso e volentieri di interventi. Interventi altrui al di sotto delle mie aspettative e che non soddisfacevano  per niente le mie esigenze, per cui ricorrere da lì a breve al desiderio di un nuovo strumento.
Suonando in giro, confrontandomi quotidianamente con numerosi strumentisti, leggendo riviste specializzate, forum on line dedicati, vinsi le mie paure e divenni anch'io "liutaio", quantomeno di me stesso. 
Dalla regolazione delle ottave, dell'action, del manico, modifica o sostituzione parti di ricambio e  pick-up, iniziai giorno dopo giorno a ricorrere sempre meno ad interventi di terzi, tirando fuori da un comunissimo basso ciò che desideravo, migliorandone al tempo stesso anche le mie perfomances.
In numerose scuole americane di musica esistono già interi corsi di liuteria e quindi di conoscenza dello strumento per musicisti. 
Anche il sottoscritto ebbe modo di prendere parte ad una di queste lezioni presso la Player School of Music come documentato dalla seguente foto con Mick Donner.




Molti musicisti di mia conoscenza, tra cui anche blasonati bassisti come Billy Sheehan e Gary Willis per esempio, ricorrono a personalissimi interventi di liuteria, facendone del loro strumento il loro unico e riconoscibilissimo suono, marchio di fabbrica.
Personalmente invece, pochi anni fa, avvertendo l'esigenza di versatilissimi bassi da adoperare come veri e prorpi muletti nelle più disparate situazioni musicali "on the road", avevo in mente i sempreverdi bassi fender, modello precision e jazz bass in particolare, senza voler spendere un fottio di soldi, quanto richiesto dagli originalissimi fender made in USA, ma senza nemmeno ricorrere ad illusionistiche manifatture messicane o maldestre cineserie di sottomarca, ho proceduto all'assemblaggio di legni, parti ed  accessori di ricambio per Fender, non originali, nuovi od usati, reperibillissimi  in Rete e per tutte le tasche. Eccovi il risultato! A vedere non male, e nemmeno il suono, ve lo posso garantire. Così  fedeli agli originali che sembrava quasi un peccato non apporre le Fender Decal sulle loro rispettive palette. Da allora sono rimasto particolarmente legato a questi due ottimi bassi passivi, equipaggiati l'uno con delle corde flats e l'altro con delle roundwound stainless steel che non hanno mai perso un colpo!