25/01/21

Code/Anticode

 
Lo scorso 9 dicembre mentre L'Italia piangeva la scomparsa di Paolo Rossi, nonché nostro eroe nazionale del Mondiale di calcio dell'82,  un'altra tristissima notizia mi arrivava da un amico batterista: E' morto Sean Malone! 
Dopo un 2020 già pieno di spiacevoli notizie, apprendere la morte prematura a soli 50 anni di un idolo della mia tarda adolescenza fa riflettere ancora di più sulla vulnerabilità della vita e del mondo intero.
Mia grande fonte d'ispirazione, grazie anche al mio adorato basso fretless, col quale Sean è riuscito a far emergere un originalissimo lirismo espressivo in un un genere particolare come il death metal, con i Cynic al loro album d'esordio. A a mio avviso riusci a irrompere nella scena più prepotentemente di quanto già fatto da Steve Di Giorgio, col quale non a caso Sean ebbe modo di interagire sin dai suoi esordi.
Ecco infatti come lo ricorda Di Giorgio nel suo post commemorativo su IG:

Quando ancora la Rete non faceva da padrona nel mondo della musica in streaming e nella vendita della musica digitale, preso dalla foga di voler apprendere il più possibile dal suo playing, comprai per corrispondenza ogni cosa in cui aveva registrato Malone: Dai Cynic agli Aghora,  dalle sue varie collaborazioni, tra cui ricordo ben volentieri i dischi di John Wesley,  fino ad arrivare ai suoi ultimi dischi solisti  Cortlandt e altri due a nome Gordian Knot, dei veri e propri capolavori.

Facebook sarebbe nato nel 2004, l'unica messaggistica istantanea comune era Messenger, e grazie al suo ultimo disco solista del 2003 Gordian Knot - Emergent, ebbi modo di conoscere il suo personalissimo indirizzo  messenger hotmail che pensai bene di andare ad aggiungere ai miei contatti. 
Tempo qualche giorno io e Sean chiaccheravamo su Messenger, del suo amore per la notazione musicale, della sua strumentazione e dell'amore della sua compagna per la lingua italiana, con cui amava scimmiottare qualche nostro tipico idioma 
Parlavamo spesso dei suoi progetti, dei nostri grandi idoli comuni,  primo tra tutti Gary Willis, ma anche Michael Manring e Mick Karn, e dell'immancabile Jaco Pastorius, al quale dedicò anche un libro di trascrizioni musicali di suoi brani "A portrait of Jaco" che riscosse come ogni pubblicazione a suo nome un discreto successo. Da lì anche altri vari libri con la Hal Leonard, che possiedo e custodisco gelosamente tutt'ora.

A lui associo da sempre anche il fascino dello stick, o meglio del Chapman Stick, che per un periodo fui anche particolarmente attratto fino a farmene prestare uno dalla nostra più grande esponente italiana, Virginia Splendore. E fu proprio lui a distogliere la mia attenzione da quello strumento. Che per quanto fosse stato bravo nel riuscire ad impiegarlo poliedricamente nei più disparati contesti musicali si riteneva ancora l'eterno allievo bisognoso di ancora di molto altro tempo da dedicare al suo studio. Difatti poi scoprii a mie spese che non è un basso, ma bensì tutt'altro strumento, nuovo, ancora tutto da esplorare, mentre io volevo continuare a suonare e a studiare il basso come Sean, Sean Malone.

Spero che tu abbia risposto alla chiamata di Sean Reinert per un nuovo ingaggio musicale



07/05/20

FASE 1

Sono trascorsi due mesi dal primo decreto, in cui la mia città, il mio paese ed il mondo intero si è trovato costretto ad abbandonare la sua corsa cedendo il passo ad un più grande e virulento concorrente soprannominato Covid19.

Dai primi di marzo ad oggi, tutti, anche i più scettici, han dovuto fare i conti con quanto stava cambiando velocemente le nostre abitudini, i nostri rapporti interpersonali e le nostre famiglie.

Un improvviso lockdown, anche affettivo, fatto di ricordi, di tempi ormai andati e appena trascorsi che nemmeno mia figlia Clelia ritornerà a rivivere.  

Dalla spensieratezza dei suoi 6 anni, si gode il suo tempo libero in casa,  lontana da tutte le sue attività scolastiche ed extrascolastiche, drasticamente ridottesi ad un paio di ore  al giorno, tra compiti e qualche sporadica videolezione.

Per le prime due settimane, mi sono unito alla stragrande maggioranza dei buoni propositi nazionali, nel vivere questo standby nazionale nel migliore dei modi, ovvero in famiglia, dalle innumerevoli attività ludico-ricreative con mia figlia, alla supervisione dei suoi obblighi scolastici durante le ore cruciali dello smart working della madre,  seppur confinata in camera da letto, ma sempre vigile.

A tutto questo alternavo il bisogno di capire quanto stava accadendo, dalle precauzioni da adottare anche solo per uscire a fare la spesa, ai chiarimenti personali sulle sempre più remote possibilità di riprendere in mano la vita di prima, passando per un tam tam di notizie poco attendibili e tendenziose da farmi perdere il controllo, con la rassegnazione totale di un sistema inadeguato nel gestire una simile emergenza.

Dal mio primo isolamento in casa mentre collaudavo qualche giocattolo indispensabile alla sopravvivenza da remoto e prevalentemente in cuffia nasce questo loop che lascia ben intendere il mio stato d'animo


 


10/02/20

20+20=40



Rieccomi nel 2020, l'anno appena trascorso è stato l'anno dei miei primi 40 anni, e forse anche gli ultimi, la mia aspettativa di vita da rocker si sta affievolendo e con essa anche tante speranze.
Di grande ispirazione per il 2019 c'è stato Mike Watt, che riuscii tempo addietro anche ad incontrare e ad assistere ad un suo bel concerto qui a Roma con Il Sogno del Marinaio.





Un eroe d'altri tempi, quando la musica era l'unico e vero espediente social degno di vivere. La stessa ispirazione che mi ha riportato alla ricerca di un nuovo ingaggio in una band con cui rimettermi in sala, in strada e su palco, come i vecchi tempi. Ma aimé, i tempi sono cambiati e le finalità stravolte, ma ciò nonostante amo lavorare a del materiale inedito, anche quando a priori sai di non riuscire a suonarlo quanto un repertorio di una cover band, eppure mi affascina lo studio delle mie linee di basso, dei suoi incastri ed arrangiamenti col resto dei musicisti coinvolti. Eppure la vita intorno a me gira così velocemente da non riuscire a cogliere nemmeno un colore dal famoso prisma di Newton.

Quindi al fine di non sentirmi in imbarazzo, o peggio anche fuori luogo, ho deciso pian piano di prendermi il tempo necessario per scindere tutto, e forse di scrollarmelo di dosso, da non dedicarmi a nient'altro se non per un reale profitto personale.
A 40 anni, ho sufficienti motivazioni per sottrarmi anche solo per intuito.
Perderò tra esse, di sicuro, tante buone occasioni, ma non posso più permettermelo.
It's one life, enjoy!


Ho ripreso l'ascolto e lo studio dei grandi del jazz, la più grande dottrina musicale, artisti intramontabili quanto i grandi classici greci e latini.
E' risaputa la mia predilezione per Bill Evans e John Coltrane, ma stavolta l'approccio sembra totale. Il jazz nella mia vita è sempre stato un tramite e mai una fine.
Tutto quello che si apprende dal suo studio è universale ed infinito.


“Studiare il jazz non significa solo sviluppare creatività, ma anche una forma di saggezza e di comprensione . Nessuno ci può insegnare a essere creativi, ma ci può indicare la strada. (Carl G.Grubb)”

08/11/19

bygod coi CENTOSPINE STASERA !!!

Stasera dopo un più o meno lungo periodo di inattività di riprende live...coi Centospine