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Lo scorso 9 dicembre mentre L'Italia piangeva la scomparsa di Paolo Rossi, nonché nostro eroe nazionale del Mondiale di calcio dell'82,  un'altra tristissima notizia mi arrivava da un amico batterista: E' morto Sean Malone! 
Dopo un 2020 già pieno di spiacevoli notizie, apprendere la morte prematura a soli 50 anni di un idolo della mia tarda adolescenza fa riflettere ancora di più sulla vulnerabilità della vita e del mondo intero.
Mia grande fonte d'ispirazione, grazie anche al mio adorato basso fretless, col quale Sean è riuscito a far emergere un originalissimo lirismo espressivo in un un genere particolare come il death metal, con i Cynic al loro album d'esordio. A a mio avviso riusci a irrompere nella scena più prepotentemente di quanto già fatto da Steve Di Giorgio, col quale non a caso Sean ebbe modo di interagire sin dai suoi esordi.
Ecco infatti come lo ricorda Di Giorgio nel suo post commemorativo su IG:

Quando ancora la Rete non faceva da padrona nel mondo della musica in streaming e nella vendita della musica digitale, preso dalla foga di voler apprendere il più possibile dal suo playing, comprai per corrispondenza ogni cosa in cui aveva registrato Malone: Dai Cynic agli Aghora,  dalle sue varie collaborazioni, tra cui ricordo ben volentieri i dischi di John Wesley,  fino ad arrivare ai suoi ultimi dischi solisti  Cortlandt e altri due a nome Gordian Knot, dei veri e propri capolavori.

Facebook sarebbe nato nel 2004, l'unica messaggistica istantanea comune era Messenger, e grazie al suo ultimo disco solista del 2003 Gordian Knot - Emergent, ebbi modo di conoscere il suo personalissimo indirizzo  messenger hotmail che pensai bene di andare ad aggiungere ai miei contatti. 
Tempo qualche giorno io e Sean chiaccheravamo su Messenger, del suo amore per la notazione musicale, della sua strumentazione e dell'amore della sua compagna per la lingua italiana, con cui amava scimmiottare qualche nostro tipico idioma 
Parlavamo spesso dei suoi progetti, dei nostri grandi idoli comuni,  primo tra tutti Gary Willis, ma anche Michael Manring e Mick Karn, e dell'immancabile Jaco Pastorius, al quale dedicò anche un libro di trascrizioni musicali di suoi brani "A portrait of Jaco" che riscosse come ogni pubblicazione a suo nome un discreto successo. Da lì anche altri vari libri con la Hal Leonard, che possiedo e custodisco gelosamente tutt'ora.

A lui associo da sempre anche il fascino dello stick, o meglio del Chapman Stick, che per un periodo fui anche particolarmente attratto fino a farmene prestare uno dalla nostra più grande esponente italiana, Virginia Splendore. E fu proprio lui a distogliere la mia attenzione da quello strumento. Che per quanto fosse stato bravo nel riuscire ad impiegarlo poliedricamente nei più disparati contesti musicali si riteneva ancora l'eterno allievo bisognoso di ancora di molto altro tempo da dedicare al suo studio. Difatti poi scoprii a mie spese che non è un basso, ma bensì tutt'altro strumento, nuovo, ancora tutto da esplorare, mentre io volevo continuare a suonare e a studiare il basso come Sean, Sean Malone.

Spero che tu abbia risposto alla chiamata di Sean Reinert per un nuovo ingaggio musicale



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