20+20=40



Rieccomi nel 2020, l'anno appena trascorso è stato l'anno dei miei primi 40 anni, e forse anche gli ultimi, la mia aspettativa di vita da rocker si sta affievolendo e con essa anche tante speranze.
Di grande ispirazione per il 2019 c'è stato Mike Watt, che riuscii tempo addietro anche ad incontrare e ad assistere ad un suo bel concerto qui a Roma con Il Sogno del Marinaio.





Un eroe d'altri tempi, quando la musica era l'unico e vero espediente social degno di vivere. La stessa ispirazione che mi ha riportato alla ricerca di un nuovo ingaggio in una band con cui rimettermi in sala, in strada e su palco, come i vecchi tempi. Ma aimé, i tempi sono cambiati e le finalità stravolte, ma ciò nonostante amo lavorare a del materiale inedito, anche quando a priori sai di non riuscire a suonarlo quanto un repertorio di una cover band, eppure mi affascina lo studio delle mie linee di basso, dei suoi incastri ed arrangiamenti col resto dei musicisti coinvolti. Eppure la vita intorno a me gira così velocemente da non riuscire a cogliere nemmeno un colore dal famoso prisma di Newton.

Quindi al fine di non sentirmi in imbarazzo, o peggio anche fuori luogo, ho deciso pian piano di prendermi il tempo necessario per scindere tutto, e forse di scrollarmelo di dosso, da non dedicarmi a nient'altro se non per un reale profitto personale.
A 40 anni, ho sufficienti motivazioni per sottrarmi anche solo per intuito.
Perderò tra esse, di sicuro, tante buone occasioni, ma non posso più permettermelo.
It's one life, enjoy!


Ho ripreso l'ascolto e lo studio dei grandi del jazz, la più grande dottrina musicale, artisti intramontabili quanto i grandi classici greci e latini.
E' risaputa la mia predilezione per Bill Evans e John Coltrane, ma stavolta l'approccio sembra totale. Il jazz nella mia vita è sempre stato un tramite e mai una fine.
Tutto quello che si apprende dal suo studio è universale ed infinito.


“Studiare il jazz non significa solo sviluppare creatività, ma anche una forma di saggezza e di comprensione . Nessuno ci può insegnare a essere creativi, ma ci può indicare la strada. (Carl G.Grubb)”

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